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"E' in corso uno sforzo concentrato per prevedere e gestire il comportamento umano in modo che gli scienziati sociali e l'elite dittatoriale possano essere in grado di controllare le masse e proteggersi dalle ricadute di un'umanità libera completamente risvegliata. Solo risvegliandoci ai loro tentativi di metterci a dormire noi abbiamo una possibilità di preservare il nostro libero arbitrio." Nicholas West
Scie Chimiche
Chi ci avvelena dal cielo?
Giù le mani dalla Madre Terra
Giù le mani dalla Madre Terra Questa è una campagna globale per difendere la nostra casa unica e bellissima, Pianeta Terra, la minaccia rappresentata dagli esperimenti di geo-ingegneria
La comunità nativa vegetariana di ultracentenari che conosce il segreto dell’acqua miracolosa da cui è nato il metodo dell’acqua alcalina ionizzata
di Paola Salaris
Il misterioso popolo Hunza
Ai piedi della catena dell'Himalaya, in una valle a nord del Pakistan al confine con la Cina,vive l’antichissimo popolo degli Hunza o Hunzala, chiamati anche Bruscio o Buriscio.
È una popolazione conosciuta per la sua longevità, infatti in questo territorio vi è una notevole presenza di ultracentenari con una prospettiva di vita che si aggirerebbe intorno ai 130 anni. Esistono nel mondo altre popolazioni che hanno un’aspettativa di vita di gran lunga superiore alla media, come ad esempio Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, Vilcabamba in Equador, Abkhazia in Georgia, Ovodda in Sardegna. I luoghi dove vivono sono definiti "Blue Zones".
L’origine degli Hunza è un vero e proprio mistero: non si sa come siano giunti ad abitare quelle alture, l’unica cosa certa è che questo popolo attira su di sé l’interesse degli studiosi da circa due secoli. Un’antica leggenda locale, ma diffusa anche in Afghanistan, vede la comunità dei Brusci discendente di un soldato di Alessandro Magno. Tuttavia i geni balcanici sono stati ritrovati solo nella comunità dei Pashtun afgani e non tra i Burusci che invece, alle analisi genetiche, sembrano avere molti geni dell’Est Asiatico e fanno supporre che almeno uno dei loro antenati provenisse proprio dal Nord dell’Himalaya. Nonostante le analisi genetiche non vedano la comunità dei Burusci originaria della Macedonia, questi sono chiamati “il popolo greco dell’Asia”.
Il Nobel per la Medicina 2012 premia la scoperta sulla riprogrammazione cellulare dell’inglese John B. Gurdon e il giapponese Shinya Yamanaka. I due scienziati hanno dimostrato come le cellule mature e specializzate possono essere riprogrammate per trasformarsi e regredire allo stato di cellule indifferenziate capaci di “ritrasformarsi” in qualsiasi altra cellula dell’organismo.
Tornare indietro nel tempo: si può. Almeno per le cellule. Questo è il senso della scoperta di John Gurdon e Shinya Yamanaka, che gli è valsa il premio Nobel per la Medicina 2012. I due scienziati hanno scoperto che le cellule mature e con funzioni ben definite possono essere riprogrammate e fatte regredire a cellule immature, capaci di differenziarsi in qualsiasi altra cellula dell’organismo. «I loro studi – come si legge sul comunicato stampa del Karolinska Institutet, prestigioso centro di ricerca svedese che ogni anno dal 1901 assegna il premio Nobel per la Fisiologia o Medicina – hanno rivoluzionato la nostra conoscenza sullo sviluppo delle cellule e dell’organismo».
Mediante una stimolazione transcranica mentre sono addormentati, i topi di laboratorio possono essere indotti a ricordare un punto dell'ambiente dove in realtà non sono mai stati. Il risultato conferma che durante il sonno all'interno dell'ippocampo si consolidano i ricordi degli input ricevuti dal cervello durante la veglia
Durante il sonno è possibile creare ricordi artificiali, utilizzando una stimolazione transcranica di alcune aree cerebrali in una particolare fase di attività dell'ippocampo: lo ha dimostrato uno studio condotto su topi di laboratorio da Gaetan de Lavilléon dell'Ecole Supérieure de Physique et de Chimie Industrielles de la Ville de Paris e colleghi di altri istituti francesi che firmano un articolo su “Nature Neuroscience”. In seguito alla stimolazione, i roditori hanno infatti dimostrato di ricordare un particolare punto del proprio ambiente dove in realtà non sono mai stati.
Il suo studio fa discutere e sognare. È uno studio scientifico, pubblicato dall’autorevole rivista Annals of Physics, nel quale si avanza una proposta provocatoria: la Via Lattea potrebbe essere un gigantesco wormhole, ovvero un tunnel spazio-temporale che collega due punti lontanissimi dell’Universo. L’autore di questa idea-choc è Paolo Salucci, docente della SISSA di Trieste (la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), uno dei principali esperti mondiali di materia oscura.
Oggigiorno proliferano siti e video sul web, e alcuni scritti di dubbia valenza storica, dove si pretende, con inusitata saccenza e presunzione, di riscrivere la storia di Gesù, il personaggio fondamentale della civiltà occidentale, che inoltre ha marcato la Storia dell’umanità più di ogni altro, tanto da far nascere addirittura una nuova era.
In alcuni scritti si sostiene addirittura la teoria della non-esistenza storica di Gesù (la cosidetta teoria del “mito di Gesù”), in altri si sostiene che il Gesù descritto nei Vangeli non sarebbe mai esistito, ma al contrario sarebbe esistito un “Gesù esaltato”, o un “Gesù zelota” (tesi di Reza Aslan), che aveva come scopo l’indipendenza del popolo ebraico dal giogo dei romani. E’ strano come gli autori di questi scritti, ignorando il dibattito storico, lungo circa duemila anni, di migliaia di filosofi, pretendano rifilarci la loro storia, il più delle volte non supportata da seri studi, addirittura come fosse una nuova verità, ovviamente inconfutabile. A parte il fatto che non è chiaro il perché di questo interesse verso Gesù da parte di questi sedicenti “esperti storici”: se per loro Gesù non è mai esistito, o era solo un esaltato o uno zelota, perché dedicano tanto tempo per tentare di screditare la sua figura? Gli autori di questi scritti non hanno affatto compreso il messaggio di Gesù: un’idea rivoluzionaria, non certo nel senso “militare” del termine, ma nel senso interiore e spirituale. Un messaggio che indica un cambio di paradigma, un’idea di pace, di rispetto per gli altri, e di amore persino per chi si professa tuo nemico.
Confutare luoghi comuni molto pericolosi, sollevare interrogativi e riflessioni. Il filmato che proponiamo di seguito - testimonianza di un convegno tenutosi nel dicembre 2014 presso Ercolano - soddisfa egregiamente tali necessità ormai imprescindibili. Tutto ciò grazie alla preparazione e capacità oratoria dei relatori che succedendosi riescono a dipingere un quadro molto interessante e plausibile del sistema che ci circonda.
La logica di Franceschetti, il metodo scientifico di Mazzucco, la saggezza di Carpeoro, la schiettezza di Padovani, l'analiticità della Nicoletti, la positività di Carotenuto esaminano da nuove angolazioni varie tematiche molto scottanti, di evidente importanza e attualità, in una miscellanea corale che combina speculazioni filosofiche e pragmatismo. Il filmato dura circa 6 ore. L'evento è stato organizzato da Salvatore Solaro, il sito web Coscienze in Rete e l'Associazione Guerriero Dragone.
La sconfitta della Germania nazista potrebbe avere una diversa spiegazione; i molti misteri che hanno caratterizzato la nascita, l’ascesa e la fine III° Reich potrebbero risiedere proprio nella sua anima più occulta ed oscura, denotando che il movimento ideologico che mise a ferro e fuoco l’Europa in realtà fu qualcosa di radicalmente diverso da un movimento politico ma il risorgere di una antica religione. La scoperta di antiche tecnologie, forse desunte da testi sacri, da comunicazioni medianiche e da reliquie, potrebbe averli portati alla scoperta di nuovi confini non solo della conoscenza ma anche di una più ampia realtà dell’esistenza e dell’universo.
Le prove, in alcuni presunti documenti di quella che sarebbe stata l’istituzione più elitaria ed esclusivista tra le organizzazioni naziste le SS Ahnenerbe di Heinrich Himmler.Leggere con cautela e tenere sempre presenti le raccomandazioni più volte fatte.Buona lettura.
A confine tra Siria e Turchia, precisamente a 18 chilometri da Şanlıurfa , sorge un sito archeologico le cui scoperte stanno decisamente scombinando le carte di archeologi e studiosi circa l'inizio della civiltà: Göbekli Tepe.
Göbekli Tepe (che in turco vol dire "collina tondeggiante"), è un sito archeologico che, secondo gli ultimi calcoli, dovrebbe avere 12 mila anni "il doppio dell'età che gli storici hanno fissato come data di inizio della civiltà". Lo afferma Linda Moulton-Howe, giornalista investigativa americana, che si è recata su questo sito per apprendere maggiori informazioni in merito a questa affascinante scoperta. La valenza archeologica di questa località fu riconosciuta nel 1963, ma solo nel 1995 iniziarono gli scavi, che proseguono ancora oggi, che dureranno per altri 25 anni e che stanno portando a scoperte che dal punto di vista accademico potrebbero far saltare in aria tutte le certezze ottenute al momento.
Secondo i “Testi delle Piramidi”, ci fu un periodo primordiale dal quale emerse l'ordine dal caos e nel quale gli dèi governavano la Terra. Tale periodo è chiamato “Zep Tepi”. Si tratta solo di racconti mitologici, oppure ci sono fatti storici dietro la tradizione dello Zep Tepi? Armando Mei, un ricercatore italiano, è convinto che lo Zep Tepi si riferisce ad un preciso tempo storico databile al 36.420 a.C.
I Testi delle Piramidi, la somma delle decorazioni e degli scritti murali rinvenuti in diversi monumenti egizi, ci hanno tramandato la maggior parte delle informazioni sui primi miti di creazione dell’Antico Egitto.
In tutti questi miti viene descritto un periodo lontano, definito TPJ ZP (talvolta trascritto come Zep Tepi, ovvero “prima occasione”).
Uno dei documenti più interessanti è certamente il Papiro di Torino, conosciuto anche come Papiro dei Re, un documento risalente alla XIX dinastia egizia che riporta, oltre all’elenco dei sovrani dall’unificazione dell’Alto e Basso Egitto fino al momento della compilazione, la lista dei re divini e semidivini del Periodo Predinastico.
La strategia anglo-americana dietro le privatizzazioni in Italia: il saccheggio di un'economia nazionale
Documento diffuso dall'Executive Intelligence Review e dal Movimento Solidarietà
Il 2 giugno 1992, a pochi giorni dall'assassinio del giudice Giovanni Falcone, si verificava in tutta riservatezza un altro avvenimento che avrebbe avuto conseguenze molto profonde sul futuro del Paese. Il «Britannia», lo yacht della corona inglese, gettava l'ancora presso le nostre coste con a bordo alcuni nomi illustri del mondo finanziario e bancario inglese: dai rappresentanti della BZW, la ditta di brockeraggio della Barclay's, a quelli della Baring & Co. e della S.G. Warburg. A fare gli onori di casa era la stessa regina Elisabetta II d'Inghilterra. Erano venuti per ricevere alcuni esponenti di maggior conto del mondo imprenditoriale e bancario italiano: rappresentanti dell'ENI, dell'AGIP, Mario Draghi del ministero del Tesoro, Riccardo Gallo dell'IRI, Giovanni Bazoli dell'Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop, alti funzionari della Banca Commerciale e delle Generali, ed altri della Società Autostrade.
Si trattava di discutere i preparativi per liquidare, cedere a interessi privati multinazionali, alcuni dei patrimoni industriali e bancari più prestigiosi del nostro paese. Draghi avrebbe detto agli ospiti inglesi: "Stiamo per passare dalle parole ai fatti". Da parte loro gli inglesi hanno assicurato che la City di Londra era pronta a svolgere un ruolo, ma le dimensioni del mercato borsistico italiano sono troppo minuscole per poter assorbire le grandi somme provenienti da queste privatizzazioni. Ergo: dovete venire a Londra, dove c'è il capitale necessario.
Questa è la trascrizione tradotta in italiano dell'intervista che fu fatta a U.G. Krishnamurti nel 1995 da qualcuno legato a Rai 3 (forse un freelance). Per quanto ne so l'intervista non è mai andata in onda. Quell'anno venendo a Gstaad da Roma, U.G. aveva con sé una cassetta VHS con una copia non editata di questa intervista e come spesso faceva, forse anche per prendersi una pausa dal dover parlare in continuazione, un giorno la mise nel videoregistratore.
Quando fu finita un amico tedesco chiese se era possibile avere una copia ed a lui segui la richiesta di tutti o quasi tutti i presenti, (me incluso), così U.G. diede l'incarico ad uno degli amici di fare le duplicazioni ed anche io ebbi la mia copia.
Dopo diversi anni avevo comprato un software per manipolare i video e così ripresi in mano quella cassetta e la editai nel modo migliore di cui ero capace mettendo come titolo “no power outside the man”, (in realtà nel video U.G. dice: - no power outside of me -) e come copertina una foto di U.G. preso dall'intervista con lo sfondo del monte Rosa.