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Categoria: SCIENZA E CONOSCENZA ARTICOLI
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Pubblicato Martedì, 28 Gennaio 2014 18:03
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Scritto da Super User
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Stephen Hawking: i buchi neri non esistono
tratto da: http://www.cadoinpiedi.it/
I buchi neri non esistono. A dirlo è addirittura Stephen Hawking, che in uno studio ripreso su Nature Stephen Hawking mette in dubbio l'esistenza della nozione di "orizzonte degli eventi" , sorta di colonne d'Ercole oltre cui ogni cosa finisce nel buco nero, giudicandola incompatibile con la meccanica quantistica, la teoria che descrive la natura dell'universo nell'infinitamente piccolo. Il punto è che Hawking è l'uomo che più di ogni altro ha legato il suo nome a questi oggetti cosmici, vendendo milioni di copie e diventando così famoso da ritrovare le sue teorie anche al cinema, in Star Trek.
I NUOVI STUDI. "Secondo la nuova formulazione di Hawking - scrive Nature - materia ed energia restano prigioniere del buco nero solo temporaneamente, per poi essere rilasciate, sebbene in una forma alterata".
Il cosmologo che ha ricoperto la cattedra lucasiana di matematica all'Università di Cambridge, la stessa che fu di Isaac Newton, ha affermato sulla rivista scientifica che "sebbene per la fisica classica non ci sia via di fuga da un buco nero, la meccanica quantistica consente a energia e informazione di evadere. Tuttavia, la corretta definizione della questione rimane ancora un mistero".
L'INFORMAZIONE SOPRAVVIVREBBE AL BUCO NERO. Il punto è questo: cosa accadrebbe a un astronauta che avesse la sfortuna di avvicinarsi a un buco nero? Secondo le teorie più accreditate, finirebbe arrostito o stiracchiato a causa della differenza di gravità percepita ai due estremi del corpo, prima di scomparire. Di certo non sopravvivrebbe, ma cosa resterebbe di lui, dal punto di vista fisico? Il lavoro di Hawking, "Mantenimento dell'informazione e previsioni del tempo per i buchi neri", cerca di trovare una risposta a questi interrogativi e traccia una terza via: considerare la possibilità che l'orizzonte degli eventi non esista affatto, sostituito da un "orizzonte apparente" in grado di imbrigliare sì la luce, ma solo temporaneamente. L'informazione, secondo questa nuova teoria, sopravvivrebbe al buco nero. Non ne sarebbe distrutta, ma rimescolata. E riemergerebbe, irriconoscibile, sotto forma di radiazione.
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